Grandis a Sossano, multiservice
da quasi cinquant'anni
"Per il servizio DOC dovrebbe parlare con mio figlio Enrico, ma
adesso è in municipio, sa, è il sindaco di Sossano". Enrico
Grandis, già, eletto nel 2019 primo cittadino di questo minuscolo
comune della provincia di Vicenza dove da quasi mezzo secolo la
famiglia Grandis gestisce l'omonima
officina-carrozzeria. E allora è il padre Orfeo,
socio titolare e cofondatore, a guidare la visita.
Tra poco ricorrerà il sessantesimo?
Ho fondato l'officina con i miei fratelli Bruno e Gianni
nel 1965. Io e Bruno eravamo meccanici, mentre Gianni, minorenne
perché all'epoca la maggiore età si raggiungeva a 21 anni, faceva
l'elettrauto.
Se abbiamo avuto un'occasione? Non direi. Erano tempi in cui
l'officina dove si lavorava pagava pochino e anche a rate e così
abbiamo deciso di metterci in proprio. Di tutti noi ex dipendenti
solo uno è andato a fare il capofficina alla Ford di Vicenza, gli
altri hanno aperto la loro attività.
Come si è sviluppata Grandis negli anni?
All'inizio era una sdf, una società di fatto, poi l'abbiamo
cambiata in ditta individuale e alla fine in srl. Tranne il primo
anno e mezzo in affitto siamo rimasti sempre qui, e qui abbiamo
costruito il primo capannone, poi il secondo, il terzo e il quarto.
Complessivamente sono 15mila metri quadrati, di cui coperti circa
2.500.
Tra noi fratelli - io che ho 82 anni, Bruno 79 e Gianni 74 - e i
dipendenti siamo in 16. I miei figli, Enrico e Stefano, mi hanno
seguito, e così anche Paolo, il figlio di Bruno, ma per una terza
generazione Grandis in azienda c'è tempo.
Siete stati tra i primi a sposare la filosofia del
multiservizi...
Officina, carrozzeria, vendita nuovo e usato, soccorso stradale,
revisione auto e moto, noleggio auto e furgoni, servizio gomme.
Come ditta siamo sempre stati, da 45 anni a questa parte, un centro
servizi, e non l'abbiamo nemmeno sviluppato fino in fondo. Essere
multiservizi ci ha permesso di navigare abbastanza bene anche negli
anni della crisi. Adesso siamo sotto organico, qualche nuova leva
servirebbe, ma è difficile trovare personale qualificato. Investire
sul 'boccia' di bottega è un'incognita. Lo lavi, lo stiri e
poi?
La vendita come sta andando?
La facciamo ancora ma i volumi sono molto diminuiti, l'usato non
si trova più, per vendere fuori prezzo non ne vale la pena.
Puntiamo più sull'officina.
Auto e veicoli commerciali?
E anche mezzi pesanti, che incidono per il 50 per cento. Come auto
entra un po' tutto, dall'Audi alla Mercedes, dalla Fiat alla
Renault... Fino al 1999 siamo stati autorizzati Fiat e Lancia, poi
c'è stato un cambio di politica e abbiamo rinunciato a questi
due marchi; più di recente ci siamo svincolati anche da Renault,
troppe spese e troppe imposizioni, non conveniva più.
Dalla pandemia vi siete ripresi bene?
Ne abbiamo risentito ma siamo rimasti a galla, adesso va
discretamente bene. Io sono ottimista per natura, però il futuro lo
vedo un po' problematico: stanno virando sull'elettrico senza
essere pronti; noi non abbiamo colonnine e in paese ce n'è una
sola, si immagini lei se ci fosse un certo giro di macchine
elettriche…
Un punto fermo per Grandis è il consorzio DOC. Lavorate
molto con l'originale?
Per i truck generalmente è tutto originale, ma anche per i veicoli
commerciali e le vetture l'originale è sempre meglio, e non solo
per una questione di sicurezza. Prenda un parafango originale e uno
di concorrenza: quello originale quadra perfettamente, quello di
concorrenza devi sempre un po' adattarlo. E poi con il consorzio si
è allargato anche il ventaglio delle concessionarie da cui ci
riforniamo. Siamo stati tra i primi ad affiliarci quando il
servizio ha raggiunto Vicenza: DOC funziona bene, peccato che
garantisca una sola consegna al giorno.
Secondo lei perché i clienti vengono in Via
Circonvallazione?
Mah, dicono che siamo i più cari di tutti! Vengono perché hanno
una sicurezza, trovano la macchina sostitutiva quando ne hanno
bisogno, li riaccompagniamo a casa… diamo dei servizi. E se
facciamo un errore paghiamo di tasca nostra senza se e senza ma; se
si sbaglia - l'ho sempre insegnato e ho insegnato a lavorare a
tanti - bisogna avere il coraggiodi dire "sono stato io" e
rimediare.
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