In Autoriparazioni Ceresara
"una soluzione si trova sempre"
"Meglio una mezza giornata in più ma che il problema sia
risolto". È la legge non scritta che vige in Officina Autoriparazioni
Ceresara dell'omonimo comune in provincia di Mantova.
"Vengono da noi", spiega Matteo Atti, socio
titolare insieme al padre Domenico e al fratello Ignazio, "perché
la ricerca della soluzione ottimale può essere non immediata, però
la si trova".
E il cliente va via soddisfatto?
Soprattutto, non deve tornare per lo stesso motivo.
Ci presenta Officina Autoriparazioni
Ceresara?
È stata creata da mio padre e mio fratello nel 1999 puntando sui
veicoli pesanti e i veicoli commerciali e, in misura molto minore,
anche sulle automobili.
Io, che sono più giovane di Ignazio di otto anni e mi occupavo di
impianti elettrici, sono entrato in officina nel 2001 come
elettrauto, tecnico dei tachigrafi analogici e digitali e tecnico
delle revisioni, sempre per i veicoli pesanti.
Oggi, oltre a noi tre lavorano mio nipote, due operai e, in
ufficio, un'impiegata e un'apprendista.
Anche voi state cercando
personale?
Tempo fa cercavamo una persona che mi affiancasse nella
parte elettrica, poi ci siamo fermati, è arrivato il Covid e adesso
ci stiamo di nuovo pensando.
La struttura è quella delle origini?
Sì, siamo nella stessa sede che però è stata ampliata negli anni.
Sono più di mille metri quadrati coperti, con una fossa di venti
metri e una linea revisione, con fossa anche quella.
Facciamo riparazioni meccaniche, elettriche e idrauliche su
autoveicoli, autocarri e macchine agricole; siamo centro
autorizzato per l'attivazione e calibrazione di tachigrafi digitali
e analogici; effettuiamo revisioni di autocarri con massa a pieno
carico superiore ai 35 quintali direttamente in sede; ci occupiamo
della manutenzione e ricarica sugli impianti di climatizzazione con
abilitazione F-Gas. Invece, ci appoggiamo all'esterno per la
carrozzeria e le gomme.
Quanto incide il marchio Iveco sul giro di
lavoro?
Il grosso della nostra attività è sui veicoli pesanti, quasi
esclusivamente Iveco. Abbiamo qualche Scania, qualche Volvo, ma il
grosso è del Gruppo Fiat. Anche le auto, che pesano per un dieci
per cento, sono soprattutto Fiat; Fiat e Iveco parlano la stessa
lingua e all'auto italiana - oddio, oggi dire italiana è una
parola grossa - siamo sempre rimasti legati.
L'elettrico? Poco, abbiamo fatto il corso pes-pav ma non abbiamo
ancora toccato con mano quella realtà.
Come sono stati gli ultimi anni?
In piena pandemia ci sono stati dei problemi, ma è stato un caso,
soprattutto sui veicoli per la raccolta rifiuti. Noi che facciamo
servizio per due ditte municipalizzate, una di Mantova e l'altra di
Brescia, non dico che abbiamo lavorato di più ma abbiamo
lavorato.
Oggi prendiamo appuntamenti a una settimana-dieci giorni. Sul
pesante abbiamo i soliti clienti, dall'alto e medio mantovano, come
auto vanno e vengono da Ceresara e dintorni. Siamo in linea, come
lavoro non possiamo lamentarci.
Essendo officina autorizzata tendete a montare
originale?
Ultimamente ci è capitato di andare sull'aftermarket per
alcuni ricambi che ci servivano con urgenza e originali non c'erano
subito, ma non siamo rimasti contentissimi, un po' per la qualità e
un po' perché non erano giusti. Con l'originale non si sbaglia. E
poi, anche con l'originale hai varie opzioni: Iveco per esempio ha
il rigenerato, la seconda linea… però la prima scelta è
assolutamente sempre il ricambio originale.
Che arriva in Via XIX Marzo con DOC?
Il nostro concessionario di riferimento, anche per informazioni e
assistenza, è Officine Brennero, che fa parte del circuito DOC. Se
faccio l'ordine entro il pomeriggio e il ricambio è disponibile mi
arriva all'indomani pomeriggio, se faccio l'ordine la mattina
Officine Brennero ha anche altri canali di consegna.
Il servizio DOC comunque funziona, è puntuale, e il nostro
promoter, Stefano Azzolini, lo conosciamo, periodicamente passa a
trovarci, siamo anche stati insieme l'anno scorso nel viaggio
premio in Puglia...
Nulla da migliorare quindi?
L'unica cosa, allegherei al pacco non più il foglio classico A4,
che poi si butta via, ma un'etichetta ridotta, più piccola. È uno
spreco per niente, oggi si potrebbe pensare a un'altra soluzione,
ma è proprio cercare il pelo nell'uovo.
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