Il presidente DOC, Davide Pezzo:
“Il futuro si affronta, non si subisce"

"Non bisogna rinnegare la storia ma contestualizzarla nel presente con lo sguardo puntato sul futuro". Nella consueta intervista di bilancio di fine anno, il presidente DOC ci accoglie con questa riflessione. Una digressione filosofica? Affatto. Davide Pezzo è il solito concentrato di pragmatismo.

Quindi cominciamo dai numeri? Come si chiude il 2022?

Il trend ha rispecchiato l'andamento atteso, chiudiamo con circa 72 milioni di fatturato trasportato, 6 milioni in più rispetto al 2021. Le consegne sono 1.600 al giorno, 400mila l'anno; gli autoriparatori serviti oltre 1.400; i concessionari 69 con 80 punti di ritiro.
La novità di questi ultimi anni, le Placche, è stata ben assorbita. La consegna dell'ultimo miglio spetta sempre a noi, non c'è nessuna realtà più efficiente della nostra, e finora le Placche nate nella nostra area di competenza hanno scelto DOC.

Per il resto, recepiamo e valutiamo i cambiamenti - anche alcune nubi che si stanno profilando all'orizzonte - man mano che si verificano. Il futuro si affronta, non si subisce.

L'anno scorso il leit motiv era: si vende di meno, si ripara di più. È stato valido anche quest'anno?

Le riparazioni non soffrono, alle carrozzerie e alle officine il lavoro non manca. Ci sono casi sporadici di ricambi che tardano ad arrivare, qualcosa di molto complesso dal punto di vista elettronico, ma in generale è tutto sempre ben gestito, la situazione va migliorando.

Che novità porterà al consorzio l'anno che arriva?
Ci stiamo impegnando sempre più nella formazione, l'Academy di AsConAuto ha una ricca offerta di corsi rivolti ai nostri affiliati che scelgono di aderirvi in numero sempre maggiore, segno che la rete sta cercando di migliorare. Gli Adas Lab, per esempio: soltanto chi li frequenta sa quello che deve fare prima di riconsegnare l'auto al cliente finale.
La formazione resta un elemento chiave sia per gli autoriparatori sia per gli addetti service delle concessionarie (che ovviamente beneficiano anche dei corsi erogati da Casa madre).

I suoi autoriparatori vinceranno anche la sfida delle sfide, l'avvento dell'elettrico?
Io rappresento un marchio premium che spinge molto sull'elettrico, ma le auto full electric, a differenza delle ibride, si fa molta fatica a venderle. Giusto la 'macchinina' elettrica per girare in città può essere una soluzione logica. Le problematiche sono ancora tante a partire dal numero di colonnine insufficiente, da una rete di ricarica sottodimensionata.
Gli autoriparatori hanno capito che non è un argomento immediato, del quotidiano, ma alcuni si sono già attrezzati e altri si stanno attrezzando; certo nessuno si aspetta che da un momento all'altro il fatturato delle officine crolli perché sarà tutto elettrico. Passeranno anni, forse decenni.

Elettrico a parte, con le nuove tecnologie il supporto tecnico delle concessionarie è sempre auspicato e auspicabile. Come vede i 'suoi' dealer?
Da anni il concessionario DOC è sensibilizzato a dare la massima collaborazione ai clienti affiliati, ma in prima linea ci sono i suoi collaboratori. In caso di turnover cambiano le persone di contatto e magari passano mesi prima che capiscano bene che cosa è il consorzio e che cosa gli autoriparatori si aspettano.
Ecco perché, per fidelizzare i clienti e anche per sopperire a eventuali mancanze, abbiamo sottoscritto una convenzione a livello nazionale con un partner in grado di ricalibrare i sistemi Adas al domicilio degli affiliati. In questo modo si evitano perdite di tempo che ritarderebbero la consegna dell'auto al cliente finale. E come si ricalibrano gli Adas, nulla vieta che si riprogrammi una centralina o si riattivino gli airbag…
In tutti i casi non è più come una volta, c'è sempre maggiore collaborazione tra concessionario e affiliato, il dealer avveduto sa che è giusto accompagnare la vendita del ricambio originale con l'assistenza tecnica.

DOC diventerà mai il Distretto di Mantova-Verona-Vincenza di AsConAuto?
Dopo che lo saranno diventati i giovani Distretti o i consorzi meno datati del nostro; ci adegueremo ma non saremo tra i primi a perdere la nostra identità. Con i suoi 26 anni DOC è il consorzio più anziano d'Italia, ci teniamo a difendere la bandiera.
Sicuramente, però, sarebbe opportuno che tutti i Distretti fossero Distretti AsConAuto. Da vicepresidente di AsConAuto Logistica riconosco l'utilità, oltre che il bell'impatto, di una flotta di furgoni brandizzata con il logo arancione.

Vede delle aree di miglioramento?

A livello nazionale stiamo finalizzando un accordo con un consorzio di aziende che forniranno attrezzature per officina, le più blasonate e note sia ai concessionari sia agli autoriparatori. Al contrario di quanto fatto negli anni scorsi, privilegiamo un accordo nazionale a tanti accordi locali; poi le singole aziende opereranno nei singoli distretti, ma parliamo di un consorzio presente in tutta Italia. La nuova partnership sarà operativa ai primi di gennaio.

Ci lasciamo con gli auguri a tutta la squadra?
Certamente. Voglio ricordare il mio Cda, quindi Stefano Trivellato, Paolo Strabello, Mauro Bossoni, Federico Togni, Stefano Bendinelli, sempre coeso al cento per cento. E mi lasci citare anche la coesione della squadra DOC, un ottimo gruppo di lavoro guidato dal District Manager, Giuliano Guarnieri, con l'aiuto di Morena Mossini.
Infine, ricordo con piacere la grande collaborazione con GC Group nelle figure di Marco Callisti e Vincenzo Berardi, e il nostro consulente AsConAuto Lorenzo Machiavelli.

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