Il presidente Davide Pezzo:
“Siamo pronti per le sfide del 2022"

"Sta andando molto, ma molto bene". Le prime parole del presidente DOC sull'anno che sta per concludersi sono molto, ma molto incoraggianti: perché del 'suo' consorzio Davide Pezzo ha il polso della situazione e perché da concessionario sa come tastarlo.

Non posso che partire dallo stato di salute...
Nonostante tutto quello che sta succedendo il consorzio sta andando molto, ma molto bene. Lo dicono i numeri. Nell'anno in cui ho assunto la presidenza - era il lontano 2010 - abbiamo fatturato circa 22 milioni di euro, oggi ci apprestiamo a chiudere intorno ai 65 milioni; le 800 consegne giornaliere sono diventate duemila e più, una cifra record; i concessionari erano 66 e adesso, a dispetto di chiusure e aggregazioni, sono 71; vuol dire che siamo riusciti a persuadere a entrare in DOC anche le aziende che stavano alla finestra e quelle neonate.

Insomma, può guardare al 2022 con ragionevole ottimismo?
Dobbiamo fare delle riflessioni importanti, perché l'anno prossimo probabilmente nasceranno nuove Placche per la distribuzione dei ricambi e dobbiamo tenerci pronti. Ma siamo tranquilli perché anche nel 2021 il consorzio ha conseguito efficienze e i risultati a consuntivo rispetto alle previsioni di budget sono migliorativi. 

L'anno scorso il leit motiv era: si vende di meno, si ripara di più. È stato valido anche quest'anno, mi pare.
La vendita delle auto soffre sicuramente di più del mercato ricambi, che però sconta la forte concorrenza sul prodotto non originale. Ma anche grazie all'aumento delle concessionarie socie rappresentiamo la totalità dei marchi e riusciamo quindi a servire meglio la rete dei 1.500 clienti. Siamo cresciuti come affiliati e come colli consegnati. Il nostro consorzio è performante per due fattori: l'incidenza costi tra le più basse d'Italia, intorno al 4 per cento, e un indice di insolvenza quasi a zero.

Grazie a una rete di clienti selezionati?
La selezione viene fatta a monte, e le valutazioni sul singolo autoriparatore per il quale si propone l'affiliazione sono condivise: in genere il nuovo cliente viene segnalato da un concessionario, ma non è detto che l'esperienza positiva di uno sia l'esperienza di tutti, ecco perché è importante che le informazioni circolino e le decisioni siano condivise tra i soci.

Modello Cda?
Esattamente. Il Cda DOC è veramente coeso al 100 per 100, e questo ha creato un clima di lavoro molto cordiale e molto costruttivo. Le scelte sono sempre, e da sempre, condivise.
E mi lasci citare anche la coesione della squadra DOC, un ottimo gruppo di lavoro guidato dal District Manager, Giuliano Guarnieri, con l'aiuto di Morena Mossini.
E poi c'è una grande collaborazione con GC nella persona di Marco Callisti, si percepisce dietro le quinte la presenza di Filiberto Vaiani, il creatore di questo modello di distribuzione dei ricambi unico in Italia.

A proposito di AsConAuto, sta funzionando a pieno regime l'Academy...
Personalmente anch'io, come concessionario, usufruisco dei corsi di AsConAuto Academy. Ne ho fatti fare diversi ai miei dipendenti, per esempio corsi base sull'elettrico, ma anche corsi per i consulenti in area front office. Sposo il concetto della formazione trasversale.

Le piace anche l'idea di arrivare a costruire una rete di riparatori 'top'?
Condivido pienamente il pensiero di Scarabel, Ricci, Rigoldi, Cogliati, Leone, Rinaldo, Milanese, e ovviamente del presidente Guidi… Pensiamo all'unisono come presidenti attivi in concessionaria. Il messaggio che deve passare è quello di un'unica, grande realtà, capace di sviluppare una potenza di fuoco significativa. Aver 'vestito' tutti i 600 mezzi della flotta AsConAuto con la stessa livrea dice già molto, è il messaggio di AsConAuto.
Quello che di innovativo AsConAuto propone - penso alla app A Service, alla tracciabilità dei colli, ad ARiA… - il mio consorzio lo condivide e lo fa proprio. Alla stregua degli altri consorzi DOC diventerà un Distretto di AsConAuto, è naturale che queste nuove tecnologie, questi nuovi sistemi vengano attuati a beneficio degli affiliati e anche dei concessionari soci.

Non abbiamo ancora citato i partner...
È ancora una nota dolente, abbiamo partner senza agenti, partner che pensano, sbagliando, di potersi appoggiare interamente ai promoter. Qualcosa si fa, ma si potrebbe fare tanto di più.

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