Oliviero è ancora 'Best Retailer
in Town': l'Ichiban Toyota è suo
"Rinnovo il mio grazie per aver saputo, soprattutto in
questo momento, trovare risorse per valorizzare il gruppo, un team
fatto di persone semplici che grazie ai tanti sacrifici fatti
singolarmente è riuscito a ottenere grandi risultati. Credo che la
strada che abbiamo intrapreso sia quella giusta. Un gruppo vincente
non ha bisogno del solitario fuoriclasse, bensì di tanti piccoli
campioni che, tenaci e concentrati, giorno per giorno, lottino per
migliorarsi mantenendo l'umiltà necessaria per sapersi rialzare
dopo ogni caduta".
Queste parole le ha scritte Luca, un dipendente della
'Oliviero' di Torri
di Quartesolo (Vi), rispondendo all'invito della titolare,
Margherita Oliviero, di "fissare qualche pensiero"
al termine del fine settimana sulla Piana di Marcésina organizzato
a metà luglio dalla concessionaria Toyota con tutti i suoi
dipendenti. Un fine settimana che ha unito il desiderio di
condividere l'Ichiban Award 2020, premio assegnato ai 45
'Best Retailer in Town' sui 2.700 presenti in Europa, con quello di
aiutare un territorio a risollevarsi dopo il devastante ciclone
Vaja.
Le ha scritte Luca, le pensano anche i
colleghi?
Credo proprio di sì. Siamo veramente una bella squadra, e la due
giorni in malga ci ha permesso di trasferire il premio ai nostri
ragazzi, di far vivere a loro quello che io e Michele (Iotti,
direttore generale di Oliviero, nda) abbiamo vissuto l'anno scorso
a Evian, sul Lago di Ginevra. È l'importanza di sentirsi
valorizzati.
Apprezzato anche il week end nei boschi?
Molto. Noi siamo main sponsor della mezza maratona 'La Enego
Marcésina', una gara particolarmente sentita nel vicentino che
avrebbe dovuto svolgersi il 18 e 19 luglio. Gli organizzatori ci
hanno chiesto di creare un mini evento per dare continuità
all'iniziativa e da questa richiesta è nata l'idea del team
building Oliviero. Nessuna agenzia e nessuno spreco, abbiamo messo
in gioco la nostra fantasia e il nostro tempo, la nostra energia e
materiali di riciclo, per una due giorni in sicurezza che ha
coinvolto una trentina di persone.
Il sabato pomeriggio ci siamo ritrovati sulla Piana, ci siamo
suddivisi in squadre mescolando vendita, service e back office, e
abbiamo svolto dei giochi per mettere in luce il lavoro di squadra
e il valore del singolo nel raggiungimento del risultato. Ci siamo
tanto divertiti. Ho dato un quaderno a ognuno chiedendo di fissare
qualche pensiero e poi la sera, tutti insieme, abbiamo parlato
anche dei programmi futuri di Toyota.
La domenica ci hanno raggiunto le famiglie e insieme abbiamo
percorso il nuovo sentiero di otto chilometri che fa parte del
progetto di valorizzazione del territorio portato avanti dai
volontari della Enego Marcésina. Poi, dopo il pranzo in malga, la
squadra che ha vinto la competizione - erano prove di guida su
strada e altri giochi - ha ricevuto un premio che terrà in custodia
fino alla prossima edizione.
A proposito di premi, l'Ichiban Toyota è ancora di
Oliviero...
La soddisfazione è grandissima proprio perché è una conferma. Se
la prima volta può essere un caso, e sappiamo che non lo è, la
seconda è frutto di un lavoro di squadra ben strutturato e ben
organizzato. Oggi va molto di moda parlare di team, poi però
bisogna tradurlo nella realtà.
Un bis atteso dopo il successo dell'anno
scorso?
In linea di principio continui a lavorare come hai sempre fatto,
ma non sai come hanno lavorato le altre concessionarie, e poi sono
così tanti i parametri di valutazione che per quanto tu li tenga
monitorati non puoi mai davvero sapere come andrà.
Il punteggio, che in Italia viene elaborato da Toyota Motor
Italia, tiene conto delle vendite di auto nuove, del numero di auto
assistite, delle vendite dei ricambi, dell'indice di soddisfazione
dei clienti, e anche della velocità e dell'efficacia nella
soluzione di un problema (partiamo dal presupposto che si può
sbagliare, l'importante è risolvere e risolvere in tempi
rapidi).
Abbiamo potenziato il reparto assistenza e questo ha sicuramente
aiutato la qualità di una prestazione. Abbiamo investito in
risorse.
Cioè nel 'fattore H'?
Sicuramente le ultime assunzioni sono state tutte centrate. È come
un allenatore che si trova la squadra già fatta o che si sceglie i
suoi giocatori. Quella di Oliviero è la squadra fortemente voluta
da Michele e Margherita. Chi fa la differenza sono le persone che
hanno colto il nostro spirito. Riceviamo tanti curricucula, abbiamo
due dipendenti che vengono a lavorare da Verona, 50 chilometri
andare e 50 a tornare per una posizione normale.
Ho letto di un terzo polo Oliviero. Di che si
tratta?
Sarà pronto per settembre perché con il Covid l'apertura è stata
ritardata. Abbiamo un'esigenza logistica: in Via degli Avieri
stiamo stretti e questa nuova struttura a quattro chilometri
ospiterà il reparto veicoli commerciali leggeri, che mancava in
Toyota Italia e quindi anche in Oliviero, la linea sportiva Gazoo,
che fa piccoli numeri ma soddisfa una richiesta, e anche l'usato.
Volevamo connotare Via degli Avieri in modo diverso, coltivare in
sede la cultura Toyota, la cultura dell'ibrido, e poter continuare
a gestire questo spazio come una boutique.
Anche di questi tempi? Come ha affrontato
Oliviero la pandemia da Covid-19?
Abbiamo chiuso i battenti quando è stato il momento ma
abbiamo sempre mantenuto una task force operativa. C'erano medici e
tante altre persone - pensiamo al settore alimentare o
farmaceutico, per esempio - che hanno continuato a lavorare durante
il lockdown. Avevamo dei recapiti di emergenza per garantire
l'intervento nel giro di mezz'ora, fornendo subito un'auto
sostitutiva e poi procurando i ricambi un po' alla volta.
Per le vendite abbiamo collaborato con Toyota per un progetto di
consulenza online, tuttora attivo, che permette al cliente di
visitare virtualmente il salone e visionare l'auto nuova e usata.
Volendo, può concludere la vendita online o decidere di fare visita
al salone. È stato stimolante anche per i venditori. La vivacità
della ripresa è anche frutto di questo lavoro, di questa volontà di
mantenere i contatti.
Abbiamo un marchio che negli anni ha investito cercando di
coordinare tecnologia, uomo e ambiente, e stiamo raccogliendo i
frutti. Toyota ha sempre creduto moltissimo nella brand reputation
(è sponsor delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi), ha agito da
pioniere compensando le emissioni in tempi non sospetti... Io sono
positiva di natura e difficilmente potrei avere una visione
diversa. Spero di poter dire un domani che poteva andare
peggio.
I riparatori Doc del vicentino come li
vede?
Io spero che la vivacità nelle vendite possa replicarsi e portare
ossigeno anche a loro, soprattutto alla carrozzeria: immettere nel
mercato veicoli nuovi vuol dire nuova linfa.
Ad oggi, ad esclusione della fase di lockdown, non abbiamo
rilevato perdite, abbiamo continuato a lavorare con i riparatori
Doc. Abbiamo partecipato al superviaggio premio in Madagascar, lo
scorso novembre, ed è stata una bellissima esperienza, c'era un
clima molto disteso. Mi è piaciuto poter dare un volto ai nostri
clienti.
Prima di salutarci, so che c'è un'altra novità targata
Oliviero...
Abbiamo avuto un'ideona: abbiamo aperto un negozio di bici,
'Oliviero Bike', in Via Roma a Torri di Quartesolo, un altro
business che declina il concetto di mobilità. Ci è piaciuta l'idea
di un marchio a chilometro zero, Wilier Triestina. Abbiamo aperto
per un paio di settimane, poi abbiamo chiuso tutto e annullato la
festa di inaugurazione, però l'ecoincentivo e la voglia di stare
all'aperto ci stanno dando una mano. È un'attività partita con
grande soddisfazione, e la passione è la stessa che mettiamo in
tutto quello che facciamo.