Scenari post Covid-19
La mobilità elettrica rappresenta
un'opportunità di crescita per il Paese; è
assodato il ritorno progressivo all'utilizzo del mezzo
privato; la quota di concessionarie a
rischio concreto di default potrebbe aggirarsi intorno al
20 per cento. Sono le conclusioni dello
studio Bain & Company sul futuro del trasporto privato
nell'era post Covid-19 presentato oggi. Più in dettaglio:
il ricorso all'auto di proprietà ha come effetti collaterali
sicuramente un impatto sul traffico e, nel caso vengano
'ri-attivate' auto obsolete, un aumento delle emissioni inquinanti.
Virare sull'elettrico, però, presuppone lo
sviluppo di una rete di punti di ricarica pubblici -
diecimila oggi - che deve essere il volano per la diffusione di
questo tipo di mobilità in Italia.
"È necessario", sottolinea Alessandro Cadei,
"non perdere il focus anche su altri due
aspetti che riteniamo essere critici per lo sviluppo di
una rete efficiente: la creazione di un network di
colonnine ad alta potenza per garantire soste brevi lungo
le tratte ad alta percorrenza e la revisione delle tariffe
di ricarica pubblica come in parte abbozzato dal DL
Semplificazioni. Non da ultimo, è opportuno ricordare il ruolo
dell'infrastruttura di ricarica 'privata', sia a livello di cliente
finale che nel settore delle flotte, il cui sviluppo integrerà e
velocizzerà l'adozione di un modello di mobilità sostenibile".
Intanto, il mondo dell'auto fa i conti con una crisi senza
precedenti. Secondo lo studio Bain & Company, i
concessionari più piccoli e quelli fortemente indebitati
rappresentano oltre il 70 per cento della distribuzione e
sono a rischio di liquidità in caso di mancati interventi. "Le
Case", rileva Gianluca Di Loreto, "hanno
supportato prontamente le proprie reti commerciali, cercando di
prevenire il più possibile le situazioni critiche e riducendo di
molto questa percentuale, ora prossima al 30-35. Considerando anche
il Decreto Rilancio e iniziative spot delle concessionarie,
stimiamo che la quota di aziende a rischio concreto di default
scenda intorno al 20 per cento, un valore comunque molto elevato".
Di sicuro c'è che "la pandemia sta portando le
concessionarie a rivedere completamente il modello di
business degli operatori, con l'effetto di ridisegnare
completamente il modo di vendere, distribuire e gestire l'auto e il
cliente".
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