Il presidente Doc Pezzo,
"Si soffre ma si va avanti"

Doni duemila mascherine Ffp2, un dpi indispensabile per proteggere i soccorritori, e ti ritrovi sul giornale. È successo alla concessionaria BMW 'Tullo Pezzo': "Conosciamo bene, a titolo personale, la Croce Verde di Mantova, a cui avevamo già donato una fornitura di tre bobine di coprivolanti e coprisedili. E anche questa volta", spiega Davide Pezzo, titolare con il fratello Riccardo della concessionaria di San Giorgio di Mantova, "ci siamo mossi autonomamente, senza che ci fosse stato chiesto aiuto, ma la notizia è diventata pubblica quando è uscita sulla Gazzetta con il ringraziamento del presidente della Croce Verde".

Un gesto che vi fa onore... 'Tullo Pezzo' come ha affrontato la tempesta Covid?
Ci siamo mossi lungo i binari consigliati da Casa madre, in linea con i protocolli che ormai si possono considerare universali. Dal punto di vista logistico, se c'è un problema che le concessionarie non hanno è proprio quello degli spazi! Da noi, i visitatori diretti al salone o al reparto assistenza non hanno nemmeno bisogno di prendere appuntamento.

C'è stata affluenza?
Un flusso ben regolamentato. Nelle settimane in cui la concessionaria ha operato in emergenza lo staff era al minimo sindacale - 30 persone tra officina e magazzino - per garantire l'approvvigionamento dei ricambi e i servizi di assistenza al consorzio (e ai nostri clienti). Abbiamo fatto soprattutto interventi presso gli autoriparatori che riparavano le ambulanze, e assistito nostri clienti che guidano BMW o MINI.

Si può già parlare di ripartenza?
Da quando siamo stati operativi come officina, quindi dal 6 aprile, abbiamo fatto tanti cambi gomme. Il periodo coincideva con la sostituzione pneumatico invernale-estivo e in Tullo Pezzo abbiamo messo le mani avanti, ritirando le gomme che erano nei depositi, approvvigionandoci in vista degli appuntamenti. Che ci sono stati.
Il 4 maggio, con l'inizio della Fase 2, ci chiedevamo "Chi vuoi che venga?", e invece è andata meglio di quanto ci aspettassimo, la gente aveva voglia di uscire e qualcosa abbiamo anche consuntivato.
Il reparto service subirà meno ripercussioni da questa pandemia, mentre per le vendite, visti i dati di immatricolato di marzo e aprile, le previsioni a fine anno danno un calo rispetto al 2019 intorno al 35 per cento. Previsioni che valgono in generale per tutti i marchi.

Da presidente del consorzio Doc, come valuta l'operato del 'suo' consorzio in questa fase di emergenza?
Il consorzio si è fatto carico dell'impegno di garantire la fornitura dei ricambi originali nonostante il lockdown. Grazie anche al nostro contributo e a quello degli autoriparatori Doc, i mezzi che dovevano fornire i servizi primari, quelli alimentari per esempio, e i mezzi di emergenza come le ambulanze, le automediche, le macchine degli agenti di polizia, hanno potuto viaggiare in sicurezza potendo contare sull'affidabilità dei ricambi originali.
La struttura del consorzio è stata costantemente ottimizzata per assecondare le richieste del mercato, quindi il gruppo di 'Emergenza Doc', necessariamente ridotto all'inizio, è andato via via crescendo per garantire sempre la copertura giornaliera a tutte le officine e carrozzerie aperte.
Anche i promoter sono sempre stati disponibili, pronti a rispondere alle emergenze e a risolvere qualunque problematica potesse presentarsi in questo periodo così particolare.

Ottimista per il futuro?
Eravamo molto preoccupati, pronti a introdurre correttivi, anche perché le previsioni ci costringevano ad essere pessimisti. Invece, la realtà si sta rivelando migliore delle aspettative. Non vediamo sofferenza nel settore dell'autoriparazione, né abbandoni da parte dei nostri clienti. In questo momento, con tutto il personale Doc di nuovo in pista, stiamo operando al 75 per cento del nostro potenziale, ma tempo un mese e viaggeremo di nuovo a pieno carico e con la seconda consegna.
Si lavorerà anche ad agosto, credo, per provare a recuperare qualcosa. Non ci riallineeremo ai dati mese su mese del 2019, per quello dovremo aspettare il 2021. Le stime degli analisti dicono di un 10 per cento di attività che non riapriranno, in generale, ma non è un problema che vedo tra gli autoriparatori. Si soffre ma si va avanti.

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