Christian Cappellari, un Maestro Artigiano
diplomato al corso Pes-Pav-Pei
È un maestro senza allievi, Christian
Cappellari, e non ha nessuna intenzione di averne. Siamo a
Bassano del Grappa, dove il "primo carrozziere vicentino
riconosciuto come Maestro Artigiano" è titolare di se stesso in TITA
Motorsport. Eccolo in tutta la sua schiettezza.
Un maestro che non vuole insegnare?
In 45 anni di attività ne abbiamo avuti di operai, poi c'è stato
un calo di lavoro, i pensionamenti, ma ho deciso di non sostituire
nessuno perché ho perso la speranza: quello del carrozziere è un
lavoro sporco e faticoso, qui devi imparare il mestiere, non basta
un mese; un apprendista ti costa tempo e denaro e, quando è
formato, se appena ha una proposta migliore se ne va.
Quindi lavora da solo?
Con mio padre, che nel 1977 è partito con la sua 'Carrozzeria da
Adriano'. Io sono nato dentro la carrozzeria, non so se purtroppo o
per fortuna. Mi sono diplomato geometra, ma già a 14 anni lavoravo
qui, i pomeriggi e nel periodo estivo, finché a 21 anni sono
entrato ufficialmente come collaboratore.
Ancora nel 2008 coesistevano due attività: papà si occupava di
autoriparazione, io di restauro e di auto sportive. Quando nel 2012
mio padre è andato in pensione, a 63 anni, ha dismesso Carrozzeria
Adriano mentre io ho proseguito con TITA Motorsport. Per i clienti
non è cambiato niente. E siamo ancora nella sede di sempre: 350
metri quadrati coperti e cortile.
So che ha partecipato al corso Pes-Pav-Pei. Lavorare da
solo non le impedisce di guardare al futuro...
Le dico la verità: mi sono operato a una spalla e avevo tempo. Mi
è arrivata una mail da DOC è ho accettato, anziché stare con le
mani in mano ho fatto qualche corso, per esempio il Pes-Pav-Pei,
così se mi arriva la macchina elettrica sono autorizzato a metterci
le mani. Ho anche il patentino di saldatore, perché se fai le cose
fatte bene può succedere il problema, se parti improvvisato il
problema è sicuro.
Comunque il corso Pes-Pav-Pei è stato organizzato bene. Essendo
ignorante nel settore su certi argomenti capivo più per intuito che
per conoscenze di base, ma i docenti sono stati chiari.
In attesa dell'elettrico, com'è il suo giro di
lavoro?
Premetto che la mia non è una carrozzeria convenzionata, anche in
questo caso per scelta: non voglio padroni in casa mia, e poi
potevamo avere il coltello dalla parte del manico e invece lo
abbiamo voluto dare alle assicurazioni. Perché fare 100 macchine
per guadagnare 100 se posso farne 50 e guadagnare 100?
A conti fatti, se andassi sotto padrone guadagnerei di più, ma non
andrei mai a dare la mia professionalità ai colleghi.
Io ho sempre qui almeno una macchinetta vecchia da sistemare,
adesso ho una Topolino A degli anni 30 e una R4. Ci sono settimane
che riparo due, tre macchine, e il mese che capita la centrata
grossa. Faccio anche qualche tagliando, nel mio piccolo cerco di
dare un servizio a 360 gradi: carrozzeria, gomme e meccanica
leggera. Riparo dalla Panda alla Porsche passando per qualche
Mercedes.
Montando ricambi originali?
Cerco di mettere l'originale per un discorso di qualità. Ma se mi
arriva il cliente che mi dice che non ha soldi vado sull'usato.
Anche se, a volte, la differenza di prezzo tra un ricambio
originale e uno di concorrenza è davvero ridicola.
Del servizio DOC è soddisfatto?
Soddisfatto non lo sono mai, perché come cliente bisogna sempre
puntare ad avere qualcosa in più. Ma di DOC non posso proprio
lamentarmi, non faccio grandissimi numeri però Mirko (Gnesotto,
promoter di riferimento, nda) viene a trovarmi lo stesso e lo
apprezzo.
Le capita di chiedere assistenza in
concessionaria?
Ho poche esigenze, ma se mi serve assistenza so chi chiamare. Le
auto che riparo io non sono nuovissime, hanno quattro, cinque anni
e con il mio software per le centraline sono autonomo, riesco anche
a spegnere le spie da solo. Però mi è capitata una macchina con i
sensori e ho risolto tramite la concessionaria.
Sono dell'idea che comportandosi bene si ottiene sempre tutto,
paghi il servizio ma è giusto. Contano anche i 45 anni di attività,
siamo conosciuti e ci siamo sempre comportati bene. Porte chiuse
non ne ho mai trovate. Quello che manca è un vero contatto, il
rapporto personale, con il fatto che la DOC ti porta i pezzi in
concessionaria non ci vai più, se va bene ti senti solo
telefonicamente.
Il rapporto personale è quello che definisce TITA
Motorsport?
Anche. Credo che il cliente ci sceglie per quello che abbiamo
seminato in tutti questi anni: trasparenza, correttezza, simpatia
(mio papà la barzelletta la racconta). E spero per la qualità del
lavoro e per il modo di trattare il cliente; a me piace
coccolarlo. Mio papà dice sempre che noi non siamo solo
carrozzieri: siamo carrozzieri, banchieri, psicologi, amici,
finanzieri, commercialisti...
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