Eco-manutenzione: si può fare
Potrebbero passare anni, addirittura decenni prima di riuscire a
centrare gli obiettivi Ue in materia di riduzione di CO2 e altre
emissioni inquinanti. A lanciare l'allarme è Jacques
Rifflart, presidente dell'Association Eco Entretien (AEE) che
raggruppa i professionisti post-vendita automobilistici francesi ed
europei, che ha diffuso i risultati di uno studio
secondo cui occorrerebbero 40 anni per arrivare, in Francia, a un
parco circolante completamente 'verde', anche
immatricolando, e siamo nel campo delle ipotesi, un milione di
veicoli elettrici ogni 12 mesi.
"Se i francesi usano ancora la loro auto con motore benzina o
diesel", ha detto Rifflart, "è perché ne hanno bisogno. Se non la
cambiano, non è per ribellione, è semplicemente perché non possono
permetterselo". Fermo restando la difficoltà a diventare 'verdi'
soltanto attraverso l'acquisto e l'uso di modelli 100% elettrici,
anche con incentivi statali, Rifflart ritiene si debba
agire sulla manutenzione dei milioni di auto e di mezzi commerciali
che circolano sulle strade.
Ed ecco il principio della eco-manutenzione, sancito da una
legge francese e consultabile tra i documenti
della nostra Camera dei Deputati. Punto centrale
dell'eco-manutenzione è la sistematica analisi dei gas di
scarico, che permette di stabilire una diagnosi,
identificare le cause dell'inquinamento dei veicoli e trattarle.
Un veicolo sottoposto a screening e quindi manutenuto sotto
l'etichetta di manutenzione ecologica è un veicolo che può ridurre
il suo consumo di carburante e quindi di emissione di CO2 di quasi
il 10 per cento, di NOX fino al 50 e di particolato dell'80 per
cento.
A questo scopo l'Association Eco Entretien ha lanciato
l'etichetta Eco Maintenance che punta a trasferire
a tutta la filiera dei controlli e della manutenzione il forte
impegno da parte dei professionisti post-vendita per contribuire
con interventi rapidi, economicamente sostenibili e attuabili sulla
maggioranza dei veicoli in circolazione alla riduzione delle
emissioni di CO2.
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