Noleggio e Covid, che botta!
Pesante l'impatto dell'emergenza da Coronavirus sulla
mobilità a noleggio e in sharing: la crisi economica
innescata dalla pandemia, il telelavoro, la sospensione dei flussi
turistici in ingresso in Italia hanno bloccato la spinta innovativa
della new mobility pay-per-use, che nel 2019 aveva visto crescere
la flotta di auto e veicoli commerciali leggeri fino a 1,2 milioni
di unità, per un fatturato di oltre sette miliardi di euro,
raggiungendo il 25 per cento dell'immatricolato nazionale. Il
noleggio a lungo termine è il segmento che ha retto meglio,
congelando le nuove immatricolazioni e prolungando i contratti in
corso.
È il quadro tratteggiato nella 19esima edizione del
Rapporto ANIASA.
Nel periodo marzo-maggio le immatricolazioni del settore si sono
bloccate: in soli 90 giorni si sono perse 155.000 nuove
auto e veicoli commerciali, per un valore di 3,1 miliardi di euro e
quasi un miliardo di entrate per l'Erario in meno tra IVA e tasse
varie.
Il breve termine, colpito proprio in prossimità
dei suoi momenti di picco stagionale, registra un -82 per
cento del numero di noleggi, -70 il fatturato, -98 le
immatricolazioni.
Il car sharing vede una contrazione del 73 per cento dei
noleggi e del 75 del fatturato, anche se maggio ha fornito
i primi segnali incoraggianti, con il business ritornato al 50 per
cento dell'attività pre-Covid nelle principali città.
Il lungo termine, infine, archivia nei
tre mesi marzo-aprile-maggio -73 per cento di
immatricolazioni con flotta e fatturato in leggero calo,
rispettivamente -0,5 e -1 per cento rispetto al periodo
pre-Covid.
Netta la presa di posizione del presidente Aniasa
Massimiliano Archiapatti: "Sconcerta la totale assenza di
attenzione da parte del Governo per due filiere
strategiche per l'Italia, l'automotive e il turismo. È ora di
abbandonare un approccio ideologico alla mobilità. Per questo
ribadiamo al Governo la nostra proposta che
produrrebbe immediati benefici sulla domanda di mobilità,
sull'ambiente e sul fronte delle entrate per l'Erario: estensione
dell'ecobonus alle vetture usate con standard di emissioni Euro 6 a
seguito di rottamazione di veicoli Euro 0, 1, 2, 3 e 4.
Per venire incontro alle esigenze di cassa del Governo, l'ecobonus
potrebbe essere erogato tramite credito d'imposta o mediante
esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche".
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