Fabrizio Parenti, Placca Autocity:
“Siamo pronti per nuove sfide”

Non è stato proprio uno tsunami ma l'ingresso di Opel in PSA ha portato alla riorganizzazione sostanziale di una Placca ormai stabilizzata. Con un vantaggio: l'esperienza di due anni con i marchi Peugeot, Citroën, DS. Con Fabrizio Parenti, una corposa carriera in area logistica che lo ha visto fare da ponte tra Italia-Belgio-Cina-America e oggi direttore del centro distribuzione Autocity di Verona, abbiamo messo a fuoco la 'nuova' Placca di Gruppo Barchetti.

Siete ripartiti da zero?
In realtà no, perché l'ingresso di Opel è stato fatto specularmente ai marchi Citroën e Peugeot. La struttura, già super performante, è raddoppiata in tutti i suoi asset strategici: la logistica è passata da 6 a 11 elementi, il call center da 4 a 8, la forza vendita da 2 a 4. E abbiamo l'obiettivo di inserire un paio di risorse entro il 2020.

Il magazzino ha subito modifiche?
Abbiamo raddoppiato le referenze stoccate: i quattromila metri quadrati coperti più i duemila scoperti sono stati riorganizzati anche a fronte di nuovi investimenti logisitici. Siamo partiti a ottobre dell'anno scorso e, montando scaffali nuovi e incastrandoli tipo Lego, abbiamo aggiornato la capacità di stoccaggio in dieci giorni. Poi, dopo aver iniziato a incamerare i ricambi Opel dalle nostre sedi di Vicenza, Bolzano, Merano, Brescia, dal primo gennaio abbiamo cominciato ad acquistarli e commercializzarli per conto della Placca. Che ci sarebbe stata una crescita della quota di mercato ce lo aspettavamo, è invece da valutare la redditività. 

Chi c'è dietro il banco?
Dalla sede Autocity di Verona abbiamo agganciato i frontmen Opel senza spostarli. Sono quindi rimasti in quelli che oggi sono dei service point con i loro strumenti che abbiamo customizzato e centralizzato. In questo modo sono collegati all'HUB in via telematica e si possono dedicare al 100 per cento alle consulenze telefoniche e all'assistenza del cliente. 

Com'è fatta la vostra rete clienti?
Di 130 clienti solidi che acquistano regolarmente da noi e costituiscono il 50 per cento del fatturato, e di un migliaio che acquistano meno assiduamente ma con buona regolarità e che ci portano al nostro 100 per cento di fatturato.

Alla nascita delle Placche le preoccupazioni dei riparatori Doc erano tante...
Comprensibili. Sul territorio c'è stata una 'invasione' di piccole Placche e il nostro approccio è stato da subito molto industriale. Però, rispetto ai primi tempi, e nonostante le procedure PSA generino un po' di disappunto nella rete Opel, i clienti sono soddisfatti, soprattutto i più grandi che adottano processi strutturati. 

Che cosa apprezzano in particolare?
Per esempio la presenza online: il 'banale' sito di e-commerce è diventato un portale ricco di informazioni tecniche, valore aggiunto per l'autoriparatore.

E Autocity cosa apprezza dei consorzi?
Sia con Doc Mantova che con Doc Brescia-Bergamo il meccanismo è ben oliato. Sono elementi molto positivi la rete incassi, le dimensioni e la capillarità del network, la mole di informazioni disponibile...

Ottimista per il futuro?
È un futuro incerto al di là degli effetti non ancora quantificabili della pandemia, ma non smetteremo di riparare vetture e continueremo a utilizzare ricambi originali.

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