Auto autonome, rischio tilt nei centri urbani
Il successo delle auto autonome potrebbe
mettere in crisi il traffico nelle grandi
metropoli. A rivelarlo è lo studio
"Reshaping urban mobility with autonomous vehicles. Lessons from
the City of Boston" che The Boston Consulting
Group ha realizzato in collaborazione con il World
Economic Forum. Secondo il report, la diffusione di
robotaxi e roboshuttle (i cosiddetti veicoli AV)
potrebbe provocare l'innalzamento anche consistente dei
tempi medi di viaggio nelle aree urbane
centrali.
Basato su simulazioni avanzate, combinate con le evidenze
sperimentali raccolte a Boston, dove dal gennaio 2017 i
prototipi di NuTonomy-Lift, Optimus Ride e Aptiv hanno già
percorso oltre 2.400 km in modalità "pilota
automatico", lo studio avverte: "Robotaxi, roboshuttle e
car sharing AV sono destinati a una rapida
affermazione: permetteranno spostamenti comodi, sicuri e
rapidi, a patto che il loro impiego sia governato
per tempo dalle amministrazioni locali".
In caso di assenza di provvedimenti mirati le
conseguenze potrebbero essere quelle emerse a
Boston, dove a 'downtown' si è registrato un aumento dei
tempi di percorrenza del 5,5 per cento. Nella capitale del
Massachusetts, comunque, grazie agli AV la scorrevolezza
complessiva risulta migliorata del 4,3 per cento, con
punte del 12,1 per cento in alcune zone della cintura esterna. Il
report spiega: ogni auto autonoma sostituirà più veicoli
tradizionali liberando le strade.
Aumenterà, però, progressivamente il ricorso da parte dei
cittadini agli AV anche per tratte brevi, a
discapito di bus, bici e metro: un comportamento
che nelle zone centrali avrà ripercussioni sul traffico. Tra i
provvedimenti "virtuosi" suggeriti dagli analisti di Bcg da citare
la creazione di corsie riservate (-8,3 per cento
sui tempi di viaggio), ricavabili dalla riconversione degli spazi
oggi riservati ai posteggi, l'adozione di
tariffe differenziate per chi condividerà i
robotaxi (-15,5 per cento) e l'istituzione di aree dedicate
al carico/scarico dei passeggeri.
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